A metà anno è tradizione che le selezioni di rugby a 15, europee in particolare, ma non solo, si rechino fuori dall'Europa o nell'emisfero sud per alcuni test. Si disputano però anche molti incontri tra nazionali dello stesso emisfero Sud.
Il 1975 è un anno ricco di questi confronti.
Università di Cambridge in Giappone
L'Università di Cambridge invia in tour in Giappone la propria squadra di rugby. L'incontro perso con la nazionale giapponese sarà considerato dai Giapponesi alla stregua di un incontro ufficiale.
Cresciuta ormai a livelli degni delle squadre britanniche (dopo la vittoria dell'ottobre 1974 contro la Francia), la Romania si reca in tour in Nuova Zelanda. Non si disputano test match ufficiali.
A cavallo tra il 1975 e il 1976 la Nazionale australiana si reca in Europa per un Tour, che proseguirà anche con un match in terra americana. Obiettivo del tour è quello di realizzare il cosiddetto "Grande Slam" battendo tutte e quattro le squadre britanniche. Fallirà miseramente con tre sconfitte su 4.
È l'anno del ritorno definitivo nella prima divisione della Coppa FIRA: la squadra azzurra viene affidata al gallese Roy Bish e conquista un terzo posto nella competizione. Un pareggio contro la Romania (3-3), vincitrice alla fine del 1974 del match con la Francia, è il risultato più interessante, insieme alla sconfitta di misura (9-16) a Roma contro la Francia. Facili invece i successi su Spagna e Cecoslovacchia.
Tour in Scozia e Inghilterra: a settembre gli Azzurri si recano in tour in Gran Bretagna. L'evento importante è il match contro l'Under 23 inglese a Gosforth. È il primo incontro ufficiale contro una nazionale britannica, anche se di livello giovanile, che riapre il discorso avviato e subito interrotto tra il 1955 e il 1957, quando gli azzurri giocarono più volte contro la selezione delle London Counties. La sconfitta onorevole per 29-13 è salutata con soddisfazione, ma rimane evidente il gap con il mondo rugbystico più evoluto.
A seguire gli azzurri cominciano la Coppa FIRA 1975-76: tre vittorie abbastanza facili contro Polonia (28-13), Paesi Bassi (24-0) e Spagna (19-6), segno che ormai il rugby italiano può confrontarsi con nazioni più forti che in passato.