Palinologia
La palinologia (dal greco παλύνω, spargere, o da πάλη, farina e λόγος, parola, discorso, studio) è la scienza che studia il polline e altri elementi biologici microscopici (spore di muschi, licopodi e felci, spore e parti fungine, cisti algali), attuali e fossili.[1][2] Sono oggetto di studio, perché considerati 'palinomorfi' (cioè forme biologiche - "oggetti" - di tipo palinologico) anche i dinoflagellati, gli acritarchi, gli achitinozoi, gli scolecodonti e i palinomorfi non-pollini/non-spore come i frammenti di cuticole animali, di tegumenti o tessuti vegetali, i microcarboni, i POM (particulate organic matter, sostanza organica pedogenica) e i cherogeni che possono essere rinvenuti nelle rocce sedimentarie e nei sedimenti. L'oggetto di studio non comprende invece diatomee, foraminiferi o altri organismi provvisti di esoscheletro o rivestimenti contenenti minerali.
La palinologia è una scienza interdisciplinare che sviluppa le sue tematiche prima di tutto tra botanica, etnobotanica, ecologia ed altri aspetti della biologia, ma anche della paleontologia, geologia, climatologia, aerobiologia, criminologia e perfino delle scienze dell'alimentazione. Alcuni aspetti della ricerca palinologica sono incentrati sulla relazione tra esseri umani e ambiente, altri sono più focalizzati sulla comprensione delle trasformazioni ambientali.[3]
Polline: generazione microscopica delle piante a seme
[modifica | modifica wikitesto]I granuli pollinici e le spore si presentano sotto forma di polvere finissima (per questo la parola palinologia può derivare anche da ��άλη, cioè farina) con granuli di dimensioni microscopiche che variano da pochi μm (micrometri = millesimi di millimetro) fino a circa 200-250 µm. Pur nella somiglianza apparente a occhio nudo, il loro significato biologico è molto diverso: le spore sono proprie di muschi, epatiche, antocerote, licopodi e felci, e servono a diffondere la specie; il polline è prodotto da gimnosperme e angiosperme, contiene 2 o molte cellule, e racchiude il patrimonio genetico maschile (o paterno).
Il polline è prodotto dalle piante a seme (Spermatophyta, diploidi) nelle quali rappresenta la generazione aploide (gametofito maschile). La sua funzione biologica è quella di trasportare il gamete maschile in prossimità di quello femminile. Per fare questo, il polline di un individuo A, 'atterrato' vicino al micropilo (gimnosperme) o sullo stimma di un fiore (angiosperme) di un individuo B, della stessa specie, emette un tubetto pollinico nel quale i gameti maschili di A si sposteranno nella direzione dei gameti femminili di B.[4][5][6][7]
La biodiversità pollinica
[modifica | modifica wikitesto]La biodiversità pollinica è ricca quanto quella delle specie che li producono, ed è per questo che sono considerate a ragione una buona impronta delle piante.[8] I granuli pollinici sono dunque:[1][9][10]
- 1) Diversi: la morfologia pollinica è assai varia e permette di discriminarne genere, talora famiglia, o tipo pollinico [11,12]. I granuli pollinici sono compresi tra 20 µm e 200 µm, con forme che possono andare da quella più sferoidale, ad altre più allungate. Assimilando un polline a un mappamondo, è possibile individuare in questo oggetto tridimensionale sferico, un ‘equatore’ e due ‘poli’: se il polline di una specie ha una forma schiacciata ai poli è detto ‘oblato’; se, in altre specie, è schiacciato all'equatore si dice ‘prolato’. La conoscenza della biodiversità morfologica è fondamentale per ogni applicazione della Palinologia e quindi la Morfologia pollinica o Morfopalinologia che si avvale di tecniche di microscopia, è stata ed è tuttora il settore di base di questa materia.
- 2) Identificabili: i parametri principali che servono per discriminare e quindi identificare i granuli pollinici sono a) il raggruppamento (monade, tetrade, ecc.), b) le aperture (numero, posizione e carattere;[1][2]), c) lo sporoderma (parete costituita da intina ed esina), d) la forma, e) il perimetro, f) la polarità, g) la simmetria, h) le dimensioni e i) la taglia. Per il riconoscimento del polline si usano Chiavi polliniche che sono in genere circoscritte o centrate su determinate aree geografiche. Ad es. la chiave di Faegri e colleghi[3] è sull'Europa Nord occidentale, quella di Moore e colleghi[11] su Nord America ed Europa Nord occidentale con specie mediterranee. Anche gli atlanti, che sono ricchi di foto, sono di solito relativi ad una determinata area geografica.(ad es.[12][13][14][15][16][17])
Fondamentale, poi, è la presenza di una Palinoteca di confronto, cioè della collezione di vetrini con polline fresco o fossilizzato in laboratorio (acetolizzati) che è stato prelevato da piante di sicura identificazione e poi trattato in laboratorio.[18][19]
- 3) Innumerevoli: i granuli pollinici sono prodotti in abbondanza, ma la produzione pollinica varia in dipendenza della specie ed è legata sia al tipo di impollinazione, sia a caratteri delle pianta madre, ad es. dimensioni, età, stato di salute o alle condizioni ecologiche e climatiche. Le piante a impollinazione anemofila producono molto polline (ad es. decine di miliardi/anno per un individuo di Pinus sylvestris L.), per far fronte agli inevitabili sprechi dovuti alla casualità del trasporto; le piante zoofile che utilizzano trasporti mirati come ad esempio quelle entomofile che impiegano gli insetti, ne producono meno (ad es.migliaia/anno per un individuo di lino selvatico - Linum catharticum L., frequentemente autogamo).
- 4) Diffusibili: dispersione, trasporto e deposizione del polline sono anch'essi dipendenti da variabili biologiche intrinseche alla specie e da variabili ambientali estrinseche legati alla presenza di correnti e substrati idonei all'intrappolamento del polline. Picea, Betula, Corylus, Taxus, hanno un peso di circa 70, 40, 10, 4 miliardesimi di grammo e una velocità di deposizione di circa 6, 5, 2, 1 cm/sec. rispettivamente.[9] La grande massa di pollini fluttuanti nell'aria si distribuisce più o meno omogeneamente su un'area più o meno vasta intorno alla sorgente, sotto forma di pioggia pollinica.[20]
- 5) (Quasi) eterni: le proprietà dell'esina permettono che il polline possa avere una grande resistenza. Batteri e funghi capaci di attaccare le sporopollenine possono portare a rapida degradazione dell'esina, come forti processi ossidanti o fuoco. Il polline risulta invece ben conservato nei substrati a pH acido come le torbiere e i laghi (acidità e condizioni anaerobie contrastano lo sviluppo microbico).
- 6) (Quasi) ubiquitari: ogni substrato nel quale il polline non si deteriora può conservarne quantità assai variabili e per tempi lunghissimi (suoli, strati archeologici, mieli, capelli, abiti, ecc..).
Palinologia applicata
[modifica | modifica wikitesto]Grazie alla straordinaria versatilità e alla interdisciplinarità che caratterizza questa materia, la Palinologia trova applicazioni in numerosi campi di studio. La Palinologia applicata si suddivide in numerosi settori:[1][2][3][21][22][23]
- paleopalinologia: studia fossili (o sub-fossili) per le ricostruzioni delle trasformazioni della flora, della vegetazione e quindi del clima avvenute nel corso dei periodi geologici;[24][25]
- archeopalinologia: studia le modificazioni del paesaggio e dell'ambiente con attenzione agli ultimi 12,000 anni circa; studia le relazioni tra uomo e ambiente, con dettaglio sull'evoluzione del paesaggio culturale;[26][27] con approccio interdisciplinare, in particolari contesti archeologici, aiuta ad esplorare il comportamento umano nel passato;[28][29]
- melissopalinologia: studia polline e altre particelle biologiche contenute nei mieli e nei prodotti apistici; si basa sulla possibilità di identificare origine geografica e botanica del miele attraverso la caratterizzazione floristica del suo contenuto pollinico;[30][31][32] per estensione può includere studi di polline in prodotti erboristici, alimenti o resine naturali;
- aeropalinologia: è il settore che studia il contenuto di polline e spore fungine disperso nell'aria e, conseguentemente, la sua qualità in relazione alle allergie per la stesura dei calendari pollinici; lo studio delle spore fungine è anche inerente alla conservazione dei beni culturali;[33][34][35]
- studio dei substrati superficiali: studia trappole naturali come muschi, lettiere e suoli superficiali;[36]
- criminopalinologia o palinologia forense: si occupa di materiali legati a casi di interesse forense, palinomorfi rinvenuti nelle scene del crimine, veicoli collegati a reati o ricerca di coltivazioni di droghe vegetali (cannabis, coca, ...).[37][38]
La Palinologia, materia semplice e complessa allo stesso tempo, è stranamente ancora poco nota in Italia.[39] Ciononostante, da un lato da molti anni i ricercatori italiani portano avanti questa materia ad alto livello,[40][41] dall'altro lo studio del polline e le sue applicazioni offrono parecchi spunti per esercitazioni pratiche ed attività da svolgersi nelle scuole elementari e medie.[42]
Gruppo di lavoro di palinologia della Società Botanica Italiana (GPSBI)
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1967 esiste in Italia il Gruppo di palinologia della Società Botanica Italiana costituito come gruppo di lavoro della Società Botanica Italiana - SBI (quest'ultima fondata a Firenze nel 1888, a partire dalla Società Botanica Fiorentina, la prima associazione di questo tipo in Europa nel 1716). GPSBI è affiliata alla International Federation of Palynological Societies - IFPS (dal 1984, prima International Commission for Palynology - ICP). Il suo consiglio è composto da 5 membri affiliati alla SBI, ma il gruppo include anche palinologi non iscritti alla SBI.
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Lilium auratum
Note
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Bibliografia
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Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su palinologia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- palinologìa, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) palynology / palynomorph, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN, FR) Palinologia, su Enciclopedia canadese.
- International Federation of Palynological Societies, su geo.arizona.edu. URL consultato il 12 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2005).
- The Palynology Unit, Kew Gardens, UK, su rbgkew.org.uk. URL consultato il 12 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2004).
- PalDat, palynological database hosted by the University of Vienna, Austria, su paldat.org.
- The Micropalaeontological Society, su nhm.ac.uk.
- Commission Internationale de Microflore du Paléozoique (CIMP) International Commission for Palaeozoic Palynology, su shef.ac.uk. URL consultato il 12 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 1999).
- Linnean Society Palynology Specialist Group (LSPSG), su linnean.org.
- Pollen and Spore Identification Literature, su geo.arizona.edu. URL consultato il 12 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2005).
- Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica, Modena, su palinopaleobot.unimore.it.
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