Nell'estate 1984 il nuovo presidente Pellegrini chiamò Castagner in panchina[4], col mercato contraddistinto dall'ingaggio del centrocampista irlandese Brady e dell'attaccante tedesco Rummenigge[5]: il loro arrivo comportò le cessioni di Hansi Müller e Coeck[6], con l'organico arricchito dagli arrivi di Mandorlini e di un Causio avviato al tramonto della carriera.[7] Benché rallentato da una serie d'infortuni[5], il neoacquisto teutonico compose assieme ad Altobelli un prolifico duo offensivo.[8][9]
Con Spillo miglior realizzatore stagionale[10][11], Kalle — autore di un celebre gol in acrobazia contro i Rangers Glasgow che non venne tuttavia convalidato per gioco pericoloso —[12][13] marcò le prime reti in Serie A con una doppietta alla Juventus nel derby d'Italia dell'11 novembre 1984[14], risoltosi per 4-0 in favore dei meneghini.[15] In campionato i nerazzurri — usciti sconfitti dalla stracittadina milanese del 28 ottobre 1984 per un gol di Hateley —[16] rimasero sulla scia del Verona durante la fase d'andata[17], ma un temporaneo aggancio compiuto all'inizio del girone di ritorno fu vanificato dal calo primaverile[5]: mancata nuovamente l'affermazione sui rossoneri[18], la squadra soffrì l'inserimento del Torino nella lotta di vertice chiudendo così in terza posizione a 5 punti dagli scaligeri e con una sola lunghezza di ritardo dai granata.[5]
Sul versante europeo la Beneamata partecipò alla Coppa UEFA eliminando nei primi turni lo Sportul Bucarest, i Rangers Glasgow e l'Amburgo[5]: nei quarti di finale la formazione di Castagner fu abbinata ad un'altra compagine tedesca, liquidando il Colonia tramite una vittoria casalinga di misura e un successo per 3-1 nel retour match.[19] Col traguardo continentale divenuto un obiettivo a causa della delusione in ambito nazionale[20], l'Inter si arrese in semifinale al Real Madrid[5]: pur vittoriosa a San Siro col punteggio di 2-0[21], la squadra fu battuta per 3-0 dagli iberici nel ritorno fallendo il passaggio in finale.[22] Vane risultarono le proteste di irregolarità per una biglia lanciata dagli spalti che ferì Bergomi alla testa[23], con l'UEFA che negò la ripetizione della gara ritenendo che il fatto non avesse inciso sullo svolgimento dell'incontro.[5]
In Coppa Italia i nerazzurri accedettero alla semifinale dopo aver eliminato i veronesi[24], cedendo poi ai concittadini allenati da Liedholm.[25]