Castello di Senarega
Castello di Senarega Castello Senarega-Fieschi Castelli dei Feudi imperiali | |
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Il borgo di Senarega con, alla sommità, il castello-torre | |
Ubicazione | |
Stato | Feudi imperiali |
Stato attuale | Italia |
Regione | Liguria |
Città | Valbrevenna |
Coordinate | 44°33′23.26″N 9°07′10.55″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello |
Costruzione | XIII secolo-XV secolo |
Condizione attuale | attualmente chiuso |
Visitabile | sì (esternamente) |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Signoria dei Senarega Signoria dei Fieschi Repubblica di Genova Parrocchia locale Ente Parco dell'Antola |
Funzione strategica | Non difensiva, bensì come dimora residenziale delle varie signorie |
Termine funzione strategica | XVIII secolo |
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Il castello di Senarega è stata un'antica dimora nobiliare sita nella frazione di Senarega, piccolo borgo del comune ligure di Valbrevenna, nella valle omonima. Il castello-torre - denominato anche Senarega-Fieschi dal nome delle due principali famiglie nobiliari che si susseguirono sulla proprietà dell'edificio - è ubicato nella pendice più alta del borgo e, soprattutto la torre, è ben visibile e svettante tra le case e stradine del paese.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Alcune fonti storiche attestano già al XIII secolo la presenza di un primo edificio, probabilmente la torre, che originariamente doveva avere funzione d'avvistamento e di difesa del piccolo borgo di Senarega. Furono ancora i signori di Senarega che, nel XV secolo, costruirono l'attiguo palazzetto nelle forme semplici e squadrate visibili tutt'oggi.
La proprietà sul borgo, e quindi del castello, passarono dal 1685 ai Fieschi, conti di Lavagna, del ramo di Savignone. Altre fonti attestano invece già il XV secolo come periodo di passaggio delle proprietà.
Durante la lunga signoria fliscana, che perdurò fino al 1797 con l'avvento francese di Napoleone Bonaparte in Liguria, e che portò alla soppressione dei Feudi imperiali, l'edificio era utilizzato semplicemente con funzioni amministrative ed i sotterranei adibiti a prigione. Di proprietà della locale parrocchia dal 1838, intorno agli anni ottanta del Novecento ha ospitato una comunità di recupero per tossicodipendenti fino all'attuale chiusura e abbandono del sito.
Recentemente è stato acquisito, insieme con il vicino oratorio, in comodato trentennale dall'Ente Parco dell'Antola che, in collaborazione con l'amministrazione comunale valbrevennese, ha realizzato il restauro e attualmente ha dato in gestione il Castello all'Agriturismo il Pioppo che affitta le camere ai turisti .
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La struttura della castello-torre si presenta in uno stile molto semplice e lineare, grossomodo consono e ben inserito nell'insieme delle sottostanti case in pietra formanti il paese, se pur con un buon numero di stanze per la residenza nobiliare. Nel piano terra è ubicato un grande camino a servizio della grande stanza, mentre al piano superiore doveva trovarsi, per l'annerimento dei locali, il forno a legna per la cottura del pane e dei cibi. Da qui si accedeva alla duecentesca torre e ad altre due stanze con feritoie. Il complesso era altresì collegato, attraverso passaggi sotterranei, alla vicina chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.
Nonostante il castello mai conobbe eventi bellici di rilievo, il palazzetto disponeva pure di un'apposita stanza delle torture con tanto di anelli appesi al soffitto e alle pareti. Inoltre è stata rilevata una botola nel pavimento, coperta da due tavole in legno, dove presumibilmente venivano fatti cadere i condannati i quali, dopo il passaggio in una specie di scivolo tra lame di ferro disposte orizzontalmente, finivano per morire decapitati e gettati in un locale o al di fuori del castello.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda sul sito dedicato a Senarega, su senarega.interfree.it. URL consultato il 27 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2007).
- Scheda sul sito dell'alta val Trebbia, su altavallescrivia.it.
- Scheda sul sito Mondimedievali.net, su mondimedievali.net.