Placido Balegno di Carpeneto
Placido Balegno di Carpeneto | |
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Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 20 novembre 1876 – 26 aprile 1881 |
Legislatura | XIII, XIV |
Collegio | Castiglione delle Stiviere |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Professione | Militare di carriera |
Placido Balegno di Carpeneto | |
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Nascita | Novara, 11 febbraio 1828 |
Morte | Verona, 26 aprile 1881 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sardegna Italia |
Forza armata | Armata sarda Regio Esercito |
Arma | Artiglieria |
Grado | Maggiore generale |
Guerre | Prima guerra d'indipendenza Guerra di Crimea Seconda guerra d'indipendenza |
Battaglie | Battaglia di Santa Lucia Battaglia di Novara Battaglia di San Martino |
Comandante di | 6º Reggimento d'artiglieria, Brigata "Pinerolo" 4ª Brigata di cavalleria |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare dal 1948 al 1870[1] | |
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Placido Balegno di Carpeneto (Novara, 11 febbraio 1828 – Verona, 26 aprile 1881) è stato un generale italiano, insignito della Medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra d'indipendenza.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Novara l'11 febbraio 1828, figlio di Luigi e di Regina Carutti di Cantogno.[2] Arruolatosi nell'Armata sarda, nel 1842 iniziò a frequentare la Regia Accademia Militare di Torino, e una volta uscitone fu assegnato all'arma di artiglieria.[2] Il 24 marzo 1848 fu promosso luogotenente, e una volta iniziate le operazioni belliche contro l'Impero austriaco fu assegnate alla 5ª Batteria da campagna.[2] Si distinse nel combattimento di Santa Lucia (6 maggio), nell'assedio di Mantova, e vicino a Milano nella controffensiva lanciata dagli austriaci (4 agosto), venendo decorato con la Medaglia d'argento al valor militare.[2] Nel 1849, all'atto delle ripresa delle operazioni, era aiutante maggiore dell'artiglieria della riserva, e fu decorato di una seconda Medaglia d'argento al valor militare per il coraggio dimostrato durante la battaglia di Novara.[2]
Promosso capitano nel 1851 fu assegnato ad un reggimento dell'artiglieria da campagna.[2] Nel 1852 ricevette una menzione onorevole per l'opera di soccorso alla popolazione prestata durante l'incendio seguito allo scoppio della polveriera di Borgo Dora.[2] Nominato comandante della 7ª Batteria da battaglia,[3] con lo scoppio della seconda guerra d'indipendenza si distinse subito nel combattimento sulla Sesia (1 giugno 1859),[1] dove ricevette un'altra menzione onorevole, e poi durante la battaglia di San Martino (24 giugno).[3] Durante il corso della battaglia utilizzò i suoi pezzi per sostenere l'attacco portato dalla 5ª Divisione, nonostante fossero bersagliati dal fuoco di controbatteria nemico che causò gravi perdite tra i serventi.[2] Rimasto ferito a un braccio continuò a dirigere il fuoco fino a che, a causa della grave perdita di sangue, non fu allontanato dalla linea di combattimento.[2] Per il coraggio dimostrato in questo frangente fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare a vivente.[1]
Promosso maggiore nel 1860, ricoprì vari incarichi, venendo promosso luogotenente colonnello nel 1862, e colonnello nel 1866 quando fu nominato direttore del Laboratorio Pirotecnico di Torino.[2] In quello stesso anno prese parte alla terza guerra d'indipendenza[2] con l'incarico di comandante della riserva generale di artiglieria del Regio Esercito,[4] venendo decorato con la Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia.[5] Comandante del 6º Reggimento d'artiglieria,[6] fu promosso maggiore generale nel 1874, la Brigata "Pinerolo" e poi la 4ª Brigata di cavalleria di Verona. Deputato per il collegio di Castiglione delle Stiviere nel corso della XIII e XIV Legislatura,[7] si spense a Verona il 26 aprile 1881.[7] Una piazzetta di Novara porta il suo nome.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 1 luglio 1859[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- Annotazioni
- Fonti
- ^ a b c d Carolei, Greganti 1950, p. 92.
- ^ a b c d e f g h i j k Combattenti Liberazione.
- ^ a b D'Ayala 1868, p. 30.
- ^ a b c Calendario generale del Regno d'Italia 1871, p. 244.
- ^ Calendario generale del Regno d'Italia 1871, p. 71.
- ^ Calendario generale del Regno d'Italia 1871, p. 311.
- ^ a b Camera.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Calendario generale del Regno d'Italia, Firenze, Tipografia G. Barbèra, 1871, ISBN non esistente.
- Gaetano Carolei e Guido Greganti, Le medaglie d'oro al valor militare dal 1948 al 1870, Roma, Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare d'Italia, 1950.
- Mariano D'Ayala, Vite degli italiani benemeriti della Libertà e della Patria, Firenze, M. Cellini e C., 1868.
- Vittorio Giglio, Il Risorgimento nelle sue fasi di guerra, Vol. I, Milano, Vallardi, 1948, ISBN non esistente.
- Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino, Einaudi, 1962, ISBN non esistente.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Placido Balegno Di Carpeneto, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Balegno di Carpeneto, Placido, su Combattenti Liberazione, http://www.combattentiliberazione.it. URL consultato il 16 dicembre 2018.
- Generali italiani del XIX secolo
- Nati nel 1828
- Morti nel 1881
- Nati l'11 febbraio
- Morti il 26 aprile
- Nati a Novara
- Morti a Verona
- Medaglie d'oro al valor militare
- Medaglie d'argento al valor militare
- Militari sabaudi
- Militari italiani nella battaglia di Solferino e San Martino
- Ufficiali dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
- Ufficiali dell'Ordine militare di Savoia
- Ufficiali dell'Ordine della Corona d'Italia
- Deputati della XIII legislatura del Regno d'Italia
- Deputati della XIV legislatura del Regno d'Italia