Direct-to-video

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La distribuzione direct-to-video o straight-to-video, traducibile come direttamente in video, è la pubblicazione di un film, di una serie televisiva o di uno speciale direttamente in formato home video senza passare dalla distribuzione cinematografica[1] o dalla prima visione televisiva. Questa strategia di pubblicazione era importante prima che le piattaforme di streaming cominciassero a prendere piede e a dominare il mercato della distribuzione di film e TV.

Siccome sequel o prequel minori di film ad alto costo potrebbero venire distribuiti direttamente in video, nelle recensioni i riferimenti al direct-to-video sono spesso intesi in senso negativo.[2] La distribuzione direttamente in video è diventata profittevole per cineasti indipendenti e per piccole aziende.[3] Alcuni film di genere con attori d'alto profilo pubblicati direttamente in video possono generare un incasso ben superiore ai 50 milioni di dollari in tutto il mondo.[4]

Caratteristiche

[modifica | modifica wikitesto]

Molti di questi prodotti sono caratterizzati dall'essere film a basso costo, ovvero produzioni alla cui realizzazione è stata attribuita una spesa relativamente bassa. Nonostante questa affermazione sia in parte vera, nell'industria del direct-to-video vengono immessi anche film di serie B di livello tutt'altro che mediocre.[senza fonte]

Nella categoria rientrano anche i film a luci rosse (poiché la riproduzione è vietata in molti cinema), le cui proiezioni avvengono in apposite sale cinematografiche.

Le ragioni per le quali un regista o lo studio cinematografico decidono di non destinare il prodotto al circuito cinematografico possono essere molteplici: la consapevolezza che il film possa fruttare scarsi introiti a seguito della mancanza di pubblico potenzialmente interessato, la volontà di soddisfare una specifica nicchia di mercato (come ad esempio i fan di una serie televisiva), o la mancanza di mezzi per girare un film tecnicamente all'altezza degli altri proiettati nei cinema.

Un noto regista italiano di film direct-to-video è stato Bruno Mattei che, facendo economia nei mezzi tecnici, ha scritto e diretto per tutta la vita film di genere come il filone cannibalesco o delle women in prison. In questo caso il cinema di genere italiano, che negli anni settanta e ottanta aveva grossi introiti economici e spopolava nelle sale, si è poi ristretto a un pubblico minore, che trova interesse esclusivamente nel mercato per home video.

Un altro genere di film che soprattutto tra gli anni 80 e 90 del Novecento fruttò bene in termini di incassi, una volta uscito nelle sale cinematografiche era il genere degli eroi d'azione e di arti marziali, ma che poi soprattutto dagli anni 2000, si è letteralmente limitato alla distribuzione direct-to-video. In genere, si tratta di film classificati come vietati ai minori di 14 anni in Europa e ai minori di 18 anni negli Stati Uniti d'America, i cui attori che ne hanno preso parte sono divenuti di fama mondiale per le loro abilità a combattere realisticamente sul set come Steven Seagal, Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren.[senza fonte]

Soprattutto dall'inizio degli anni 2000, il direct-to-video è in continuo aumento per tutti i generi di film. Questo anche grazie all'evoluzione di nuove piattaforme on demand su cui si ha la possibilit�� di fruire facilmente in streaming di un'ampia scelta di prodotti, rispetto ai metodi tradizionali come l'ormai obsoleto VHS, il DVD o il Blu-ray.[senza fonte]

  1. ^ Max J. Alvarez, Big Names Look For Bright Lights In Videoland, in Chicago Tribune, 30 dicembre 1994. URL consultato il 7 dicembre 2010.
  2. ^ Jonathan Clements e Helen McCarthy, The Anime Encyclopedia, 3rd Revised Edition: A Century of Japanese Animation, 3ª ed., Stone Bridge Press, 9 febbraio 2015, pp. 195–196, ISBN 978-1-61172-018-1.
  3. ^ Laurence Lerman, Independents' 'Bread and Butter', in Video Business, vol. 21, n. 38, 17 settembre 2001.
  4. ^ Stars, Money Migrate To DVDP, su dvdexclusive.com (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2006).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]