Giuseppe Benedetto di Savoia
Giuseppe Benedetto di Savoia | |
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Giuseppe Benedetto di Savoia in un ritratto dei primi anni dell'ottocento[1] | |
Conte di Moriana | |
In carica | 1766 – 1796 |
Conte di Asti | |
In carica | 1796 – 1802 |
Predecessore | Carlo Emanuele II di Savoia |
Successore | titolo estinto |
Altri titoli | Principe di Savoia |
Nascita | Torino, 5 ottobre 1766 |
Morte | Sassari, 29 ottobre 1802 (36 anni) |
Luogo di sepoltura | Cattedrale di San Nicola, Sassari |
Dinastia | Savoia |
Padre | Vittorio Amedeo III di Savoia |
Madre | Maria Antonia di Borbone-Spagna |
Religione | Cattolicesimo |
Giuseppe Benedetto Maria Placido di Savoia (Torino, 5 ottobre 1766 – Sassari, 29 ottobre 1802) fu un principe di Casa Savoia, conte di Moriana e conte di Asti.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia e giovinezza
[modifica | modifica wikitesto]Era figlio del re Vittorio Amedeo III di Savoia e della principessa Maria Antonia Ferdinanda di Spagna.
Nacque nel Palazzo Reale di Torino e ricevette il titolo di conte di Moriana, la prima provincia degli Stati ad entrare sotto il dominio sabaudo (tanto che i primi Savoia erano detti, appunto, conti di Moriana e solo dopo usarono il titolo di conti di Savoia). Nel 1773, quando il padre salì al trono, divenne sesto nella linea di successione al trono del Regno di Sardegna.
Conte di Asti
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1796, dopo la sconfitta dello Stato sabaudo nella guerra contro la Francia rivoluzionaria ed il passaggio della Savoia alla Francia, dovette abbandonare il titolo di conte di Moriana, assumendo quello di Conte di Asti.
Nel dicembre 1798 in seguito all'occupazione del Piemonte da parte di Napoleone I, si trasferì in Sardegna dove nel 1799 suo fratello Carlo Emanuele IV di Savoia lo nominò governatore di Sassari.
Il 6 ottobre 1800 inviò la Regia Armata Sarda, con l'aggiunta di banditi arruolati con promessa d'amnistia, presso il villaggio di Thiesi dove fu perpetrato un eccidio in cui 14 cittadini furono uccisi e 34 feriti; tale giorno è ricordato come Sa die de s'atacu (Il giorno dell'attacco)[2]
Morte
[modifica | modifica wikitesto]Contratta la malaria, ma secondo taluni avvelenato, vi morì tre anni dopo. È sepolto nella Cattedrale di San Nicola di Sassari.
Eredità
[modifica | modifica wikitesto]Di lui si conserva un «Journal» (1786 -1798), di cui la copia dattiloscritta è conservata presso l'Archivio di Stato di Torino, Corte, Legato Umberto II, II versamento, mz.2 (1786-1793) e mz.3 (1794-1798).
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il dipinto fu donato, insieme a quello del fratello Carlo Felice, alla Biblioteca dell'università sassarese dal Conte di Asti, che fu Governatore di Sassari dall'ottobre 1799 all'ottobre 1802 e che prese in protezione la medesima biblioteca. È di buona esecuzione, molto probabilmente piemontese e risponde appieno ai canoni neoclassici della ritrattistica del tempo. Due identici dipinti furono donati al Convitto Canopoleno.
- ^ Sebastiano Pola, I moti delle campagne di Sardegna dal 1793 al 1802, Sassari, Stamperia della L.I.S., 1923
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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