Shapefile

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esempio di dati che possono essere rappresentati

Lo shapefile, chiamato anche shapefile ESRI, è un popolare formato vettoriale per sistemi informativi geografici (GIS) ed è stato sviluppato da ESRI, allo scopo di accrescere l'interoperabilità fra i sistemi ESRI e altri GIS.[1]

Con shapefile si indica un insieme di file con estensione .shp, .dbf, .shx e altri, i quali hanno in comune il prefisso del nome.

Lo shapefile può descrivere spazialmente alternativamente punti, polilinee o poligoni, utilizzabili in vari ambiti informativi, ambientali e geoscientifici.

Uno shapefile è un formato vettoriale di registrazione di identità geometriche e delle loro informazioni associate. Il formato non supporta la registrazione di informazioni topologiche.

Il formato shapefile fu introdotto da ESRI con ArcView GIS v.2 all'inizio degli anni novanta. A tutt'oggi una grande varietà di software utilizza gli shapefile per l'archiviazione dei dati geografici.

Lo shapefile registra i dati geometrici "primitivi" di punti, linee o poligoni, nel file con estensione .shp, con riferimento a un determinato sistema di coordinate geografiche o cartografiche (specificato nel file .prj); queste entità geometriche possono essere utilizzate, ad esempio, per rappresentare rispettivamente pozzi, fiumi e laghi. A ciascun elemento geometrico, detto feature, possono essere associati attributi che ne descrivono le caratteristiche d'interesse (ad esempio "nome", "temperatura", ...).

Perciò una tavola di record registra proprietà e attributi per ogni primitiva shape dello shapefile. Le primitive shape, insieme ai dati attributari, possono creare infinite rappresentazioni di dati geografici.[non chiaro]

Sebbene l'estensione del file .shp sia la contrazione della parola inglese shape, questo, da solo, è incompleto a rappresentare uno shapefile perché l'interpretazione e l'utilizzo dello stesso dipendono dagli altri due file .shx e .dbf; in caso di assenza o corruzione di questi due file, è comunque possibile caricare la sola geometria .shp mediante un collegamento FDO in ambiente Autocad cartografico.[non chiaro] A questi file obbligatori possono essere aggiunti altri nove che conservano indici e dati accessori.

Ogni file ha nome conforme alla convenzione MS-DOS 8.3 (al massimo 8 caratteri di prefisso e 3 caratteri di estensione) per risultare compatibile con la maggior parte delle applicazioni.

Ogni file riferito a uno stesso shapefile ha lo stesso prefisso[2] e deve essere collocato nella stessa cartella.[1]

File obbligatori:

  • .shp- il file che conserva le geometrie;
  • .shx- il file che conserva l'indice delle geometrie;
  • .dbf- il database degli attributi.

File opzionali:

  • .sbn e .sbx - indici spaziali;
  • .fbn e .fbx - indici spaziali delle feature in sola lettura;
  • .ain e .aih - indici attributari dei campi della tabella;
  • .prj - il file che conserva l'informazione sul sistema di coordinate, espresso in Well-Known Text;
  • .shp.xml - metadato dello shapefile;
  • .atx - indice attributario della tabella (file .dbf) nella forma <nome_shapefile>.<nome_colonna>.atx (ArcGIS 8 e superiori).

Uno shapefile non può contenere informazioni topologiche (adiacenza, connessione, prossimità, coincidenza) sulle proprie feature, ma può contenere solo la rappresentazione spaziale e gli attributi.

Conservazione del dato

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Al contrario della maggior parte delle basi di dati, il formato XBase del file .dbf non può gestire il valore NULL nei propri campi, così che i valori che potrebbero essere indefiniti vengono letti, e registrati, come 0.[non chiaro]

  1. ^ a b ESRI, 1998.
  2. ^ cioè il testo prima del punto, ad esempio: nome_shapefile.shp, nome_shapefile.shx, nome_shapefile.dbf, ...

Collegamenti esterni

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