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Selinunte

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Selinunte

Citazioni su Selinunte, antica città greca della Sicilia.

  • Dovevo recarmi a Selinunte: presi informazioni necessarie su tutto quanto concerne questa città fiorente un tempo e oggi completamente in rovina. Se ne scorgono facilmente i resti a sud di Castel Vetrano. Me li fecero osservare dai confini di una ricca campagna coperta di colture di ogni genere e soprattutto di alberi da frutta, che affascinavano lo sguardo per la varietà delle forme e dei colori. Il mare chiude maestosamente la prospettiva. Sulla riva si sgorgono le colonne di un tempio, il più grande dell'antica Selinunte, che dominano tutto ciò che circonda. La gente del paese le chiama Pilieri giganti, le colonne dei giganti, per la loro smisurata grandezza. (Jean Pierre Louis Laurent Hoüel)
  • "I Selinuntini sono vittoriosi grazie agli dei Zeus, Fobos, Eracle, Apollo, Poseidone, i Tindaridi, Atena, Demetra, Pasikrateia e altri dei, ma soprattutto grazie a Zeus. Dopo la restaurazione della pace, è stato decretato che un'opera realizzata in oro con l'iscrizione dei nomi delle divinità, con in testa Zeus, venisse deposta nel tempio di Apollo, essendo disponibili per tale scopo sessanta talenti d'oro". ("Grande Tavola Selinuntina" rinvenuta nel 1871 nell'adyton del Tempio G : essa contiene un vero e proprio catalogo dei culti praticati a Selinunte, rappresentando così il testo base per ogni tentativo di attribuzione dell'uno o dell'altro ai vari templi selinuntini).
  • Là dove fu Selinunte la spiaggia deserta e il colore unico del paesaggio lasciano in tutti una impressione che non si dimentica. Il senso di morte che a volte emana dalle rovine non è qui superato dalla vicinanza di un centro abitato, poiché non può dirsi tale il branco di case di Marinella, appartato presso la stazione. Anche la mancanza dei nomi delle divinità di ciascuno dei templi, che sono contrassegnati ora da nude e fredde lettere: A, B, C, D, E, F, G. O, concorre ad accrescere l'impressione di squallore, mentre la mente a stento ricompone l'antica grandezza. (Carlo Picchio)
  • Quelle rovine recano più che le traccia di un sisma, i segni di una rabbia convulsa di milioni di uomini accaniti nella distruzione, che han fatto tracollare fino all'ultimo tamburo delle colonne, non lasciandone in piedi che una sola, ritta come un trofeo al di sopra della rovina di tutto il resto. (Albert t'Serstevens)
  • Sette templi, di cui cinque enormi, son là, giacenti sotto il sole; il diametro delle colonne arriva a m. 3,32 e da per tutto questi mirabili capitelli dorici, la più bella cosa che l'uomo abbia mai inventato! In nessuna parte si può comprendere meglio che qui, passo passo, i progressi di queste curve divine che arrivano alla perfezione. Ogni prova, ogni tentativo è visibile e, cosa più straordinaria di tutto il resto!, quando i creatori di quest'arte meravigliosa ebbero realizzato la perfezione, più nulla mutarono. Ecco il miracolo che i Greci soltanto han saputo fare: trovare l'ideale ed una volta che l'abbiano trovato aderirvi pienamente. (Ernest Renan)
  • Trovo in queste rovine la prova più formale della inconseguenza, per non dire di più, di quei pretesi sapienti che si chiamano archeologi. (Albert t'Serstevens)
  • Vedremo noi Selinunte? Era questa la domanda che ci ponevamo dopo che la fregata aveva doppiato Marsala (il capo Lilibeo). Selinunte non potrebbe essere visitata che per mare. Ora questa costa senza un porto, presenta grosse difficoltà ad un naviglio di notevoli dimensioni. (Ernest Renan)

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