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Vojislav Šešelj

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Šešelj nel 2016

Vojislav Šešelj (1954 – vivente), politico serbo.

Citazioni di Vojislav Šešelj

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  • Noi serbi siamo in pericolo. Le orde fasciste croate attaccano donne e bambini serbi nei nostri villaggi. Le orde fasciste croate mirano al genocidio dei serbi. (discorso a Vukovar, 1991)[1]
  • Questa è la roccaforte dei fascisti croati. Quando Vukovar cadrà per i fascisti sarà la fine. I miei ragazzi sono volontari, sanno per quale causa combattono. (dichiarazione durante la battaglia di Vukovar, 1991)[1]
  • Entrare in Europa sarebbe un suicidio per i serbi, inoltre, i legami culturali e economici che ci uniscono al popolo russo sono troppo forti e non sarebbe possibile immaginare il nostro Paese dalla parte di chi impone le sanzioni alla Russia.[2]
  • Sono dalla parte del primo ministro ungherese perché noi serbi abbiamo conosciuto per primi la piaga del terrorismo durante la guerra di Bosnia, quando anche Osama Bin Laden venne a combattere qui, e seppure in questo momento la Serbia non è un bersaglio appetibile per i jihadisti, né una meta per gli immigrati, in futuro le cose possono sempre cambiare, anche qui c'è bisogno di un muro.[2]
  • È una questione di sopravvivenza. Vogliamo basi russe in Serbia, perché siamo circondati da minacce.[3]

Intervista di Der Spiegel, La repubblica, 28 agosto 1991

  • Mobilitare subito tutti i serbi, lanciare una guerra-lampo contro la Croazia e sottrarle i territori abitati dalla nostra gente, informare la comunità internazionale delle nuove frontiere della Serbia. Ecco che cosa farei, se diventassi presidente.
  • Nella Bosnia-Erzegovina i cittadini classificati come musulmani sono serbi islamizzati, quelli definiti croati sono in realtà serbi cattolici. Dopo la guerra, Tito ha costretto circa un milione di serbi cattolici, sparsi attraverso tutto il paese a dichiararsi croati.
  • Il regime di Tudjman vacilla. I croati sono un popolo debole. Paragonare noi serbi ai croati è come paragonare voi tedeschi ai cèchi. I tedeschi sì, sono un popolo guerriero, dire cèco è come dire pusillanime; nella mia vita non ho mai incontrato un croato veramente coraggioso.
  • Io sono il Vojvoda; questo titolo mi è stato conferito da Momcilo Djujic, il più anziano leader dei cetnici vivente, che oggi abita in California; io organizzo le unità delle nostre organizzazioni guerriglierie, e scelgo gli obiettivi delle operazioni militari.
  • Non sarebbe la prima volta nella storia della Serbia che affrontiamo il mondo. All'inizio di questo secolo la Serbia ha già resistito all'Austria-Ungheria, che per anni, prima della guerra mondiale, le mossero una guerra doganale. L'occidente? Durante la seconda guerra mondiale Churchill tradì i cetnici e re Pietro scegliendo di appoggiare Tito. Per mezzo secolo l'occidente ha aiutato Tito, e nessuno si era chiesto se noi volessimo libertà e democrazia e perché fossimo incarcerati. Oggi che siamo più liberi ci accusano di bolscevismo.
  • Se prendessi il potere, probabilmente farei gettare Milosevic in prigione. Ma finché gli americani cercheranno di distruggere Milosevic, finché apppoggeranno quel pazzo di Vuk Draskovic e il Partito democratico, allora aiuterò Milosevic. Perché la politica della Serbia non può e non potrà mai essere fatta a Washington.

Teletrasmesso su Rai 3, 1999

  • Da Borovo Selo mi chiesero di mandare i miei volontari. I serbi della città volevano essere protetti giorno e notte. La polizia di Milosevic ci diede le armi. I croati scesero lungo la strada principale: per la prima mezz'ora ci fu incertezza, poi i miei uomini ebbero il sopravvento sui croati. (seconda puntata)
  • [Sulla guerra di indipendenza della Croazia] Le autorità serbe capivano quanto fossimo utili. Belgrado mise a nostra disposizione un'intera caserma. Per noi la Serbia fece di tutto, i volontari ricevettero uniformi, armi e mezzi di trasporto. (seconda puntata)
  • [Sul massacro di Zvornik] Milosevic aveva il controllo totale e l'operazione era stata pianificata qui, a Belgrado. I serbi di Bosnia hanno partecipato, certo, ma le migliori unità di combattimento venivano dalla Serbia, erano reparti speciali della polizia, i Berretti Rossi. Appartengono ai servizi segreti della Serbia e, tra le altre, ha partecipato anche la mia milizia. (seconda puntata)
  • [Sul massacro di Zvornik] Avevamo preparato questa operazione con cura. Tutto andò esattamente secondo i piani. (seconda puntata)
  • [Sul massacro di Zvornik] Non posso negare che ciò sia accaduto. Venne organizzato quasi tutto qui, a Belgrado. Fu proprio lo stesso Milosevic a chiedermi di mandare i miei combattenti. (seconda puntata)

Note

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